25 APRILE H.14 PALESTRO SPEZZONE PRECARIO, METICCIO E METROPOLITANO

25 aprile 2009
h. 14 PALESTRO
SPEZZONE PRECARIO, METICCIO E METROPOLITANO…PER CHI AMA LA LIBERTA’!
 
 
 
 
 
 
La crisi non la vogliamo pagare,

ma quale unità nazionale, rivolta globale per


reddito, diritti e libertà.




È tempo di crisi, una crisi strutturale
al sistema capitalista, una crisi a cui nessuno sa dare risposte se non
in termini autoritari, liberticidi e negazionisti.
La Shockeconomy, la distuzione del Welfare e, le politiche securitarie
sono strumento utile in questi tempi di crisi ma sono un frutto
avvelenato che hanno coltivato per anni.
L’arretramento dei diritti e delle libertà soggettive e collettive che,
a colpi di pacchetti sicurezza, cariche su studenti e migranti, censura
e schieramento dei militari si sta producendo in italia, è stato
preparato da anni.

E’ frutto di un quindicennio di dequalificazione della scuola e
dell’università, è frutto di una retorica populista che ormai si è
abituata a dire cose che non molto tempo fa sarebbero state
impronunciabili, che è candidamente razzista e senza remore
revisionista.
Ma la crisi ci chiama a difendere i diritti, ma soprattutto a conquistare spazi di libertà e costruire il conflitto sociale.
Proprio adesso è il momento di chiedere indietro i soldi, di costruire
dal basso un nuovo welfare flessibile ai nostri bisogni che ci
garantisca di abitare e di muoverci, di cooperare liberamente e di non
concorrere alla sfida in cui uno solo su mille ce la fa.

E’ dunque anche il nostro tempo, di chi rivendica reddito e
cittadinanza per tutti, a partire dai luoghi del sapere,le scuole e le
università, di chi costruisce ogni giorno spazi di libertà nelle città,
di chi non vuole cedere neanche un centimetro del proprio corpo e di
chi pensa che indietro non si possa tornare mai, ma che anzi il futuro
bisogna costruirlo ogni giorno, è tempo di chi non ha paura e di chi
non si lascia incantare.

Sappiamo bene chi sono i responsabili della crisi e sappiamo che
coincidono spesso con i responsabili della distruzione del terremoto in
abruzzo, gli stessi speculatori e imprenditori che non si fecero alcuna
remora quando iniziarono a costruire almeno 10 anni fa edifici pubblici
come l’ospedale ignorando qualsiasi norma di sicurezza, arrivando al
punto di non registrare neanche l’ospedale al catasto.

Rifiutiamo quindi ogni lacrima di coccodrillo spesa a nome dell’unità
nazionale,per raccogliere qualche centesimo di preferenze; alle lacrime
ipocrite preferiamo costruire la rivolta globale, preferiamo
riprenderci i nostri diritti.
D’altra parte le cariche violente della polizia a Milano contro i
rifugiati politici, che richiedono e rivendicano il diritto ad avere
una casa, dimostrano chiaramente quali sono le risposte del Ministro
dell’Interno e di chui governa la nostra città a chi non ha un tetto
sopra la testa.

Dichiarano che scenderanno in piazza il 25 Aprile, ma il loro
governo, le loro giunte, il loro partito, a dispetto del nome, le
libertà le calpesta, promuove odio, paura e xenofobia tramite campagne
e politiche razziste, non disdegna connivenze con i neofascisti che
solo 20 giorni fa a Milano ringraziavano la Moratti per aver permesso
le loro iniziative, fortunatamente circondate e rifiutate dalla Milano
che ama la libertà.

Saremo in piazza
il 25 aprile, con uno spezzone precario meticcio e metropolitano, che
parli le lingue di tutto il mondo e che restituisca a quella giornata
la dignità della parola Liberazione, guardando all’oggi, a chi si batte
per un tetto, per un reddito, ma soprattutto per non essere calpestato.

PER INFO: www.cantiere.org

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