Scuole private cattoliche: magicamente i soldi ritornano

Siamo arrivati ad un punto in cui la rabbia rischia di lasciare il posto alla più cupa rassegnazione, alla disillusa consapevolezza dell’immutabilità della società italiana, immobile, imperturbabile tra le mille ingiustizie di cui è pervasa.


Chi ci rappresenta ha tolto miliardi di euro all’istruzione pubblica e alla ricerca, firmando la condanna di un sistema già al collasso, sputando sul diritto allo studio e sull’uguaglianza sociale, e per di più negando, mascherando le malefatte con gli ormai collaudati mezzi mediatici.


Noi abbiamo detto no. E per questo siamo stati minacciati, insultati, trattati come criminali (peraltro da gente che di crimini se ne intende in prima persona). Noi abbiamo ribadito il nostro no. Ma ciononostante continuano a non ascoltarci, a ignorarci, a etichettarci (con la complicità del ministero della propaganda).


Erano previsti 120 milioni di euro di tagli alle scuole private cattoliche. Analizziamo questa frase. Innanzitutto “private”, che quindi hanno fonti di sovvenzionamento alternative al finanziamento pubblico (e io mi chiedo perchè, cittadino orgoglioso di usufruire dell’istruzione pubblica, dovrei contribuire con le mie tasse al finanziamento di scuole private. Non sarebbe meglio aggiungere questi soldi al budget in rosso della pubblica istruzione?).
Poi l’aggettivo, “cattoliche”. Ecco, ci sarebbe una cosa chiamata laicità dello stato, ma in Italia forse è meglio lasciare perdere.
Dulcis in fundo, il predicato verbale: “erano”. Non è un errore, è al passato.
E’ bastata una semplice parola minacciosa di Bruno Stenco, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per l’educazione, perchè il sottosegretario all’economia Giuseppe Vegas in una frazione di secondo facesse riapparire sul piatto i suddetti 120 milioni. Forse il Ministero della Propaganda ci farà credere che no, non erano mai spariti. O forse addirittura che non esistono affatto.


Almeno riuscissero a convincerci che non è mai accaduto! Il dramma è proprio che è successo, che mentre continuano a ripeterci che i soldi non ci sono, la realtà è che per qualcuno si trovano sempre, e all’istante. Noi però è da mesi che urliamo in milioni la nostra indignazione, ma ad apparire è stata solo la tracotanza di un esecutivo che mira ad intimidirci. Invece saranno loro ad imparare a temerci.

per i più diffidenti: http://www.corriere.it/cronache/08_dicembre_05/cei_scuola_mobilitazione_governo_59e1ed96-c2ad-11dd-8440-00144f02aabc.shtml

Massimo Airoldi

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