RIPRENDIAMOCI LO SCIOPERO

Riprendiamoci lo sciopero

Martedì 28 ottobre 2008

Su questa pagina linkeremo le cronache e i commenti da varie città sulla giornata del 30 ottobre.
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Lo sciopero generale della scuola e dell’università indetto da CGIL CISL UIL per il 30 ottobre, avviene al culmine di giorni caldissimi sul fronte del movimento contro la restaurazione Gelmini. Ovviamente la piattaforma rivendicativa dei confederali non va certo nella direzione auspicata da tantissimi tra insegnanti, studenti, genitori che in queste ore stanno riempiendo piazze e scuole. 
Diciamo pure che le responsabilità del centrosinistra e della triplice rispetto a ciò che oggi accade alla formazione nel suo complesso, sono pesantissime. 
Ma "l’onda anomala", come abbiamo definito il movimento di questi giorni, si muove secondo tempi e modalità propri, al di fuori di una semplice lettura di programmi e piattaforme.
Come il PD di Veltroni, anche i sindacati concertativi ne devono prendere atto e sono costretti dal continuo allargamento della protesta a muoversi, a tentare di non starne fuori. 
E’ il movimento, in maniera del tutto nuova anche rispetto ai più recenti cicli di lotta sulla scuola, a dettare condizioni, agende, forme di lotta. Ed è il movimento ad utilizzare tutto quello che è utile ai fini di un allargamento ulteriore della mobilitazione, affinchè l’onda si espanda, in forza e capacità, e duri il più a lungo possibile.
Così va letta la decisione, assunta in tantissime città, di utilizzare a livello territoriale la giornata del 30, con cortei, mobilitazioni, occupazioni contro la Gelmini e il governo. 
Chi pensa che le straordinarie partecipazioni alle manifestazioni indette e organizzate da questo o da quello, siano semplicemente la registrazione di una propria forza, di un incremento di iscritti o di un consenso alle posizioni di organizzazione, non capirà nulla di ciò che accade. Vi è un sentire comune in questo momento, che porta tutti a scendere in piazza, al di là di chi organizza, perché questo è linguaggio e pratica di un movimento reale, che vuole trasformare lo stato di cose presenti. In questo caso che non vuole rassegnarsi al decreto legge o ai diktat di Berlusconi. 
Il movimento si riappropria della giornata del 30 e la restituisce all’espressione diretta delle lotte, contro ogni rappresentanza. I ragazzi senza bandiere, quelli di "non pagheremo noi la vostra crisi", si sono già presi il futuro, anche quello della politica.

Cronache, audio, immagini di un movimento in divenire

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